GLI ULTIMI MOMENTI DI VITA DI JOHN NASH

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Tutti sanno chi era John Nash, il grande matematico dell’Università di Princeton e premio Nobel dell’Economia nel 1994 rimasto ucciso il 24 Maggio 2015 in un incidente stradale in New Jersey, mentre era a bordo di un taxi insieme alla moglie Alicia. La coppia stava rientrando a casa da un viaggio in Norvegia, dove lo scienziato aveva ricevuto alcuni giorni prima il prestigioso premio Abel per la matematica, insieme a Louis Nirenberg.
Nash, 86 anni, e sua moglie Alicia Larde, 82, si trovavano a bordo di un taxi sulla Turnpike, in New Jersey, quando l’autista ha perso il controllo dell’auto finendo contro un guardrail, sbalzando la coppia fuori dal mezzo fuori controllo. La polizia precisò che John e Alica stavano viaggiando senza cinture di sicurezza. Di contro l’autista se la cavò anche se gravemente ferito.
La sua vita era stata raccontata dal regista Ron Howard nel film premio Oscar «A Beautiful mind», interpretata da Russell Crowe.
John Nash era di sicuro uno degli uomini più intelligenti mai vissuti sulla terra e l’ha dimostrato nel corso della sua vita.
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Quando raccontai l’episodio alle mie bambine di 8 e 10 anni mi domandarono come era possibile che un uomo cosi intelligente potesse non aver messo la cintura di sicurezza.
Ho spiegato loro che non ho dati certi di tutto quello che è successo e avanzai comunque delle ipotesi di studio anche se azzardato:
potrebbe essere stata una dimenticanza, doppia, perché erano in due.
non credo alla troppa senescenza in quanto provenivano da un viaggio lungo, con permanenza in hotel, aeroporti, trasporto a mezzo di taxi e altro, per cui sembravano consapevoli ed autonomi.
L’autista ha avuto l’incidente in quanto, secondo la polizia, avrebbe azzardato ad un maldestro sorpasso.
Lo scienziato avrebbe dovuto forse “capire” in anticipo e prima di salire in macchina il comportamento dell’autista?
Forse all’inizio delle prime centinaia di metri si sarebbe potuto capire il probabile comportamento d’azzardo dell’autista?
Forse voleva arrivare prima a destinazione per recuperare un’altra corsa, guadagnando più denaro per quella giornata?
Spiegai alle mie bambine che le ipotesi potevano ancora essere tante.
Ricordai loro un episodio che toccò anche a tutti noi, alla nostra famiglia.
Qualche mese addietro eravamo su un taxi che da San Pietroburgo centro (Russia) andavamo all’aeroporto di Pulkovo.
Erano le sei di prima mattina quando dopo poche centinaia di metri mi accorsi, essendo in posizione anteriore sul lato passeggero, che l’autista non era fermo di riflessi ed addirittura sbandava leggermente.
Dopo aver fatto notare immediatamente, in lingua italiana, a mia moglie, il comportamento dell’autista, prontamente raccomandammo allo stesso di procedere più lentamente e con cautela.
L’autista si scusò e si lamentò che era a fine turno.
La sintesi era che avendo lavorato tutta la notte, sicuramente, era stanco.
Questi due episodi di John Nash e noi, essendo simili, per il trasporto usato, potevano, anche per la nostra famiglia avere lo stesso esito drammatico al di là delle cinture che invece noi avevamo messo.
Quello che avevo voluto trasmettere alle mie due piccole bimbe era che bisogna essere consapevoli in ogni momento di quello che succede, attimo dopo attimo.
La propria consapevolezza, in questo caso, sull’aspetto umano, l’autista, se normale, abbastanza per cosi dire “riposato”, l’aspetto meccanico del trasporto, l’auto a prima vista efficiente; subito dopo il traffico, la tenuta della distanza tra un mezzo e l’altro, in funzione della velocità, ma ancora di più e questo e molto difficile, capire, intuire, se l’altro, in questo caso l’autista è veramente consapevole di quello che fa, come professionista del traffico, ma ancor di più come uomo di coscienza.
Affidarsi è bene ma capire a chi, come e in che modo stiamo per dare in mano la nostra vita e, questo non solo dal lato fisico, è di nostra assoluta ed arbitrale pertinenza.
Questa mio modo di vedere o raccontare il suddetto episodio è visto da un certo lato, ma si potrebbe descriverlo e partire anche da altre aspetti e considerazioni, come taluni potrebbero liquidare frettolosamente la vicenda come fato o probabilità, ben vengano altre considerazioni. Ognuno parte, anche in questo caso, dalla propria esperienza di vita e dal grado della propria coscienza.