L’Archivio Akashico o “Il libro della vita” può essere considerato l’equivalente di un super-computer dell’universo. È questo computer che funge da memoria centrale di tutte le informazioni di ogni individuo che abbia mai vissuto sulla terra. Forse la più completa fonte di informazioni sull’Archivi – See more at: http://www.innernet.it/larchivio-akashico-il-libro-della-vita/#sthash.XHAKq1BS.dpuf Continua a leggere
1M1B Evolved Project
“One man one business per un elogio alla propensione verso la creatività e al pensiero individuale, come esseri consapevoli tendenti all’equilibrio, per l’armonia collettiva.
Bright Being, maggio 2020.
AVVERTENZA AI LETTORI:
Tutto il progetto 1M1B, gli scritti, i principi, i pensieri, i concetti e altro contenuto nel sito, non è per tutti quegli esseri umani che difficilmente potrebbero capirne il significato intrinseco, ma è rivolto invece a quegli esseri, leader od evoluti sul piano spirituale, che ne possono far buon uso e migliorarne i concetti di 1M1B per poi diffonderne nel loro intorno fisico, interloquendo con tutti gli altri esseri umani che ancora sono assopiti, affinché vengano risvegliati ad una comprensione della coscienza tendente all’evoluzione e al raggiungimento dell’UNO.
LETTERA ALLA CORRETTA INTERPRETAZIONE DEL SITO 1M1B.
Questo sito, su cui leggerete il concetto di 1m1b, è in ogni caso limitato ai fondamenti, ai principi del progetto stesso.
Il sito in se non ha effetti speciali o grafica accattivante per catturare la Vs. attenzione e questo mi duole, ma le risorse finanziarie sono limitate.
Vorrei che il lettore o navigatore più avveduto capisca lo sforzo immane di questo progetto che è all’inizio del proprio, difficile percorso.
Con il Vostro contributo, non economico, ma solo di eventuale accettazione e sostegno al progetto, può prendere vita oppure morire.
Ma morirà con esso le possibili speranze ad un mondo più equo e solidale con armonie ancora non conosciute su questa terra.
Se il concetto, utopistico che sia, in ogni caso lo condividete, date il vostro sostengo, iscrivetevi alla newsletter, linkatelo sui Social Network tipo Facebook, fate conoscere il concetto ai Vostri amici, conoscenti, a tutti quelli che potete.
Più saremo, più il progetto, con l’aiuto Vostro e di altre persone specializzate nel proprio settore, crescerà.
Se in fondo alla vostra anima o coscienza o morale pensate che il concetto sia giusto, non è più utopia.
Forse non si realizzerà durante la Vostra vita, ma Voi avete il dovere di preparare la strada per i Vostri figli, i Vostri nipoti o altri piccoli esseri.
Bisogna solo aspettare con pazienza che la maggior parte condivida questo progetto e allora diverrà realtà diffusa su tutta la terra.
Non è importante quando e come, ma più siamo più accorceremo il tempo della sua realizzazione. È solo un fatto democratico, di numeri.
Fate in modo che da oggi si inizi una nuova era, tutti insieme!
Grazie molto per la Vostra comprensione.
San Pietroburgo (Russia)
GLI ULTIMI MOMENTI DI VITA DI JOHN NASH
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Tutti sanno chi era John Nash, il grande matematico dell’Università di Princeton e premio Nobel dell’Economia nel 1994 rimasto ucciso il 24 Maggio 2015 in un incidente stradale in New Jersey, mentre era a bordo di un taxi insieme alla moglie Alicia. La coppia stava rientrando a casa da un viaggio in Norvegia, dove lo scienziato aveva ricevuto alcuni giorni prima il prestigioso premio Abel per la matematica, insieme a Louis Nirenberg.
Nash, 86 anni, e sua moglie Alicia Larde, 82, si trovavano a bordo di un taxi sulla Turnpike, in New Jersey, quando l’autista ha perso il controllo dell’auto finendo contro un guardrail, sbalzando la coppia fuori dal mezzo fuori controllo. La polizia precisò che John e Alica stavano viaggiando senza cinture di sicurezza. Di contro l’autista se la cavò anche se gravemente ferito.
La sua vita era stata raccontata dal regista Ron Howard nel film premio Oscar «A Beautiful mind», interpretata da Russell Crowe.
John Nash era di sicuro uno degli uomini più intelligenti mai vissuti sulla terra e l’ha dimostrato nel corso della sua vita.
Quando raccontai l’episodio alle mie bambine di 8 e 10 anni mi domandarono come era possibile che un uomo cosi intelligente potesse non aver messo la cintura di sicurezza.
Ho spiegato loro che non ho dati certi di tutto quello che è successo e avanzai comunque delle ipotesi di studio anche se azzardato:
potrebbe essere stata una dimenticanza, doppia, perché erano in due.
non credo alla troppa senescenza in quanto provenivano da un viaggio lungo, con permanenza in hotel, aeroporti, trasporto a mezzo di taxi e altro, per cui sembravano consapevoli ed autonomi.
L’autista ha avuto l’incidente in quanto, secondo la polizia, avrebbe azzardato ad un maldestro sorpasso.
Lo scienziato avrebbe dovuto forse “capire” in anticipo e prima di salire in macchina il comportamento dell’autista?
Forse all’inizio delle prime centinaia di metri si sarebbe potuto capire il probabile comportamento d’azzardo dell’autista?
Forse voleva arrivare prima a destinazione per recuperare un’altra corsa, guadagnando più denaro per quella giornata?
Spiegai alle mie bambine che le ipotesi potevano ancora essere tante.
Ricordai loro un episodio che toccò anche a tutti noi, alla nostra famiglia.
Qualche mese addietro eravamo su un taxi che da San Pietroburgo centro (Russia) andavamo all’aeroporto di Pulkovo.
Erano le sei di prima mattina quando dopo poche centinaia di metri mi accorsi, essendo in posizione anteriore sul lato passeggero, che l’autista non era fermo di riflessi ed addirittura sbandava leggermente.
Dopo aver fatto notare immediatamente, in lingua italiana, a mia moglie, il comportamento dell’autista, prontamente raccomandammo allo stesso di procedere più lentamente e con cautela.
L’autista si scusò e si lamentò che era a fine turno.
La sintesi era che avendo lavorato tutta la notte, sicuramente, era stanco.
Questi due episodi di John Nash e noi, essendo simili, per il trasporto usato, potevano, anche per la nostra famiglia avere lo stesso esito drammatico al di là delle cinture che invece noi avevamo messo.
Quello che avevo voluto trasmettere alle mie due piccole bimbe era che bisogna essere consapevoli in ogni momento di quello che succede, attimo dopo attimo.
La propria consapevolezza, in questo caso, sull’aspetto umano, l’autista, se normale, abbastanza per cosi dire “riposato”, l’aspetto meccanico del trasporto, l’auto a prima vista efficiente; subito dopo il traffico, la tenuta della distanza tra un mezzo e l’altro, in funzione della velocità, ma ancora di più e questo e molto difficile, capire, intuire, se l’altro, in questo caso l’autista è veramente consapevole di quello che fa, come professionista del traffico, ma ancor di più come uomo di coscienza.
Affidarsi è bene ma capire a chi, come e in che modo stiamo per dare in mano la nostra vita e, questo non solo dal lato fisico, è di nostra assoluta ed arbitrale pertinenza.
Questa mio modo di vedere o raccontare il suddetto episodio è visto da un certo lato, ma si potrebbe descriverlo e partire anche da altre aspetti e considerazioni, come taluni potrebbero liquidare frettolosamente la vicenda come fato o probabilità, ben vengano altre considerazioni. Ognuno parte, anche in questo caso, dalla propria esperienza di vita e dal grado della propria coscienza.
DIRITTI E DOVERI
Arrivano prima i diritti o i doveri?
In tutto il mondo, a tutti i livelli, dai politici ai religiosi, dai sindacati agli industriali, dai talk show ai giornali e altro ancora si parla sempre di diritti e di doveri che il singolo cittadino ma anche qualsiasi organizzazione deve tener presente, almeno in una democrazia più o meno avanzata che noi tutti conosciamo. Continua a leggere